Conto corrente condominiale: un obbligo che costa caro ai condòmini

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Conto corrente condominiale: un obbligo che costa caro ai condòmini

Studio Cortorillo (Immobiliare-Condomini-CAF)
Pubblicato da Studio Cortorillo in CONDOMINIO · Mercoledì 22 Feb 2017
Tags: contocondominiobanca
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Per effetto della previsione normativa di cui al comma 7 dell'art. 1129 del codice civile, l'amministratore è tenuto ad aprire un conto corrente condominiale e versarvi le somme ricevute a qualunque titolo dai condòmini o da terzi, nonché ad usarlo per effettuare i pagamenti per conto del condominio, facendovi transitare tutte le somme erogate.  
In proposito è opportuno tenere presente che la previsione dell'obbligatorietà di un conto corrente intestato direttamente al condominio risponde all'esigenza di un corretto svolgimento dell'attività di gestione contabile, che deve ispirarsi a criteri di trasparenza e correttezza.  L'art. 1129 del codice civile chiarisce che nei casi in cui siano emerse gravi irregolarità fiscali o in caso della mancata apertura ed utilizzazione del conto corrente condominiale, i condòmini, anche singolarmente, possono chiedere la convocazione dell'assemblea per far cessare la violazione e revocare il mandato all'amministratore.
Nell’ambito dell’attività quotidiana svolta dall’amministratore per la gestione condominiale, sembra però difficile immaginare che tutti i versamenti e tutti i pagamenti a favore e per conto del condominio possano avvenire esclusivamente tramite operazioni bancarie.  E’ pacifico prevedere ed accettare che l'amministratore disponga di un "fondo cassa" in contanti, dal quale possa attingere le somme necessarie per spese immediate e di importo contenuto, fermo restando l'obbligo delle relative annotazioni nel registro di contabilità di cui all'art. 1130 del codice civile.
Tra le finalità della norma vi è quella di assicurare che ciascun condòmino possa costantemente verificare la destinazione dei propri esborsi con chiarezza e facile comprensibilità, però non si deve trascurare un altro profilo della questione: i costi di gestione del conto corrente che gravano  sui condòmini.
Molti condòmini non sono a conoscenza che ormai tutti gli istituti bancari assimilano il conto corrente condominiale ad un rapporto di conto corrente aziendale, e la conseguenza è quella di costi elevati: per un deposito intestato a una persona fisica, attualmente, l'imposta di bollo annuale è pari a 34,20 euro e non è dovuta quando il valore medio di giacenza non sia superiore a 5.000 euro, mentre per un conto corrente intestato ad una società l'importo è di 100 euro in ogni caso. Infatti, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare (atto n. 5-01163), in data 16 ottobre 2013 l'Agenzia delle Entrate ha dato la seguente interpretazione "… l'imposta di bollo sui c/c bancari condominiali è di 100 euro, dato che gli intestatari non vengono qualificati come persona fisica…".
Inoltre, il fatto che i condomini non siano riconosciuti come persone fisiche, autorizza le banche ad applicare commissioni sull'eventuale scoperto di conto corrente che invece non vanno applicate.
Alcune banche, per rendere i propri prodotti maggiormente appetibili, offrono, anche per i conti correnti intestati al condominio, l'esonero totale dall'imposta di bollo; tuttavia si tratta di conti con operatività quasi esclusivamente on line che prevedono un aggravio di costi per le operazioni presso gli sportelli oppure per i bonifici (attualmente molto utilizzati stante l’obbligo del tracciamento dei pagamenti a favore dei fornitori del condominio).
L'attenzione ai costi di gestione si fa ancora più doverosa da quando molte banche hanno ritoccato i costi del conto corrente al rialzo: a fronte di un'inflazione ancora negativa si registra un incremento del 15% sui costi bancari rilevato nel mese di gennaio 2017. Dall’indagine di mercato risulta che 6 banche su 10 hanno rincarato i costi di gestione del conto corrente.
Stante ciò l’amministratore di condominio avrà la delicata incombenza di scegliere o riconsiderare l'istituto di credito già scelto in modo oculato e con particolare cautela, verificando con attenzione i reali costi per servizi quali bonifici, domiciliazioni bancarie, oppure per comunicazioni periodiche (saldi ed estratti conto), o ancora per prodotti accessori come carte bancomat, carte di credito, polizze assicurative.


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