Ristrutturare con sconto in fattura

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Ristrutturare con sconto in fattura

Studio Cortorillo (Immobiliare-Condomini-CAF)
Pubblicato da Studio Cortorillo in IMMOBILI · 27 Marzo 2021
Tags: ristrutturazioneecobonussuperbonusbonus110%50%90%scontofattura
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… Ristrutturiamo casa con il 50% di sconto in fattura. Tu paghi soltanto il 50% di quanto dovuto! … Approfitta della cessione del credito per ristrutturare il bagno con il 50% di sconto in fattura! …
Questi sono solo alcuni dei messaggi pubblicitari che si vedono ultimamente su facebook, in rete, o che arrivano per mail.
Chiunque abbia a che fare con una ristrutturazione edilizia parla di "cessione del credito" e dello "sconto in fattura".
Infatti lo Stato concede la possibilità di recuperare la spesa in 10 anni, in quote costanti, tramite la detrazione di imposta del 50% nel caso di ristrutturazione edilizia e addirittura del 90% con il c.d. "bonus facciate". In alternativa il Decreto Rilancio ha introdotto la possibilità di cedere il proprio credito a fornitori e imprese esecutrici in cambio di uno sconto di pari importo in fattura.
Ma è veramente uno sconto in fattura del 50% o del 90%? No, non lo è mai.
Per l’impresa edile questa operazione equivale a impegnare la propria liquidità per acquisire un credito d’imposta del cliente, recuperabile in 10 anni. In una situazione del genere, a parità di importi tra credito acquisito recuperabile in 10 anni e il valore dello sconto in fattura concesso, l’impresa potrebbe avere difficoltà finanziarie perché, di fatto, incassa soltanto il 50% (lavori di ristrutturazione) o il 10% (rifacimento facciata) del prezzo pattuito, che solitamente non riesce a compensare neppure le spese sostenute per il materiale e la manodopera.
Quindi, nessuna impresa edile ricorre a mezzi propri per anticipare le spese e recuperare il credito in 10 anni, poichè può cedere il credito fiscale acquisito dal cliente a banche e istituti finanziari e incassano in poco tempo la somma spettante sul proprio conto corrente.
Le banche o gli intermediari creditizi, però, trattengono un valore di oneri finanziari che attualmente varia dal 13% (Poste Italiane) al 20% (altri istituti di credito), fino ad arrivare al 30% nel caso di cessione del credito a "general contractor" o simili. Inoltre si deve considerare che:
  1. alla fatturazione degli oneri finanziari e della gestione amministrativa da parte di imprenditori, general contactor e simili, non è applicata l’Iva agevolata al 10% ma la tradizionale Iva al 22%, non trattandosi di prestazioni che rientrano nell'agevolazione di ristrutturazione edilizia prevista dalla vigent normativa sull'imposta del valore aggiunto;
  2. a differenza del SuperBonus 110%, dove i prezzi sono imposti dallo Stato con l’applicazione di prezzari ufficiali, nel caso di ristrutturazione edilizia generica, ecobonus e bonus facciate, il prezzo viene determinato dell’imprenditore senza limitazioni e in questo periodo di euforia del settore dell’edilizia vedono l’aumento dei prezzi rispetto a quelli tradizionalmente applicati.
Pertanto, il cliente che aderisce allo sconto in fattura per effettuare i lavori deve considerare una maggiorazione del prezzo finale dovuto al fattore “libero prezzo di mercato”, con aumenti del 20-35%, oltre il rischio di dover corrispondere tutto l'importo oggetto di cessione del credito all’impresa se questo, per qualsiasi motivo, non viene riconosciuto al cessionario e il contratto per l'applicazione dello sconto in fattura prevede una specifica garanzia sulla cessione del credito (c.d. cessione del credito pro solvendo).
In conclusione, lo sconto in fattura del 50% potrebbe essere nella realtà inferiore al 35%; mentre lo sconto del 90% potrebbe essere inferiore al 75%.
Per questo motivo, prima di avventurarsi in operazioni finanziarie di cui non si conoscono gli effettivi risvolti, conviene sempre chiedere l’aiuto di professionisti del settore per comprendere il vero costo dell’operazione e la convenienza rispetto alle singole fattispecie, tenendo conto che in caso di necessità (es. incapienza fiscale del contribuente che non può recuperare la detrazione con la dichiarazione dei redditi) è possibile cedere il credito fiscale direttamente agli istituti finanziari o alle Poste Italiane (al momento la soluzione più conveniente), con un risparmio di almeno il 10% rispetto al pagamento con lo sconto in fattura.


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